La storia.
"In una calda giornata estiva, un gruppo di fuorilegge attraversa la zona di Big Creek, quando si imbatte in una bella ragazza che si bagna in un torrente e inizia a molestarla. La ragazza offre resistenza e le sue grida per chiedere aiuto raggiungono la fattoria dove i suoi genitori stanno lavorando. I genitori vanno verso il torrente solo per trovare la loro ragazza morta e diventare loro stessi vittime dei fuorilegge.
In qualche modo spaventati dalle proprie azioni - dopo tutto era un omicidio che non avevano pianificato o preparato - e nella paura che qualcuno li avrebbe sospettati del delitto se li vedevano riuniti in gruppo, i fuorilegge si dividono e se ne vanno per strade separate.
Tex, che stava per visitare la famiglia Colters, è accolto in fattoria dal silenzio e dall'orribile spettacolo dei suoi amici morti e si prepara a vendicarli cominciando a rintracciare gli assassini.
La storia si sviluppa gradualmente - come Tex riesce a portare alla giustizia uno per uno tutti e quattro gli spietati fuorilegge - e produce un effetto quasi cinematografico, simile a quello dei classici film western". (4)
Problemi con la traduzione.
"Curioso, ma neanche tanto, è che Tex Willer, più famoso personaggio a fumetti made in Italy, italiano non sia. Tex è un Ranger che, incidentalmente, è anche il capo bianco della stirpe indiana dei Navajos (Lo spunto narrativo, quello di fare di un “viso pallido” il capo di una tribù indiana è abbastanza inverosimile da proporre ad un pubblico americano)". (1)
"Un Tex solitario perchè l'idea del texone di Kubert nasceva (anche) per il mercato americano, dove i lettori, non conoscendo il personaggio e il suo mondo, avrebbero avuto difficoltà ad accettare una figura di Kit Carson diversa da quella storica". (6)
"L'intervistatore: 'Perché nella storia di Kubert ha rinunciato all'apporto di Carson?' Nizzi: 'Perché gli americani non conoscono Tex e sarebbe stato difficile spiegare che il nostro Kit Carson si chiama così ma non ha niente a che vedere con il Kit Carson storico. Così come mi sono ben guardato dallo spiegare che Tex, un bianco, è il capo dei Navajos: sarebbe stato troppo lungo e faticoso". (6)
Un fumetto per gli U.S.A.
"Il Texone di Joe Kubert, scritto da Claudio Nizzi e intitolato Il cavaliere solitario, fa storia a se nella collana: in primis è il Tex più americano che si sia mai visto se non fosse altro perché è disegnato da un americano che in passato ha avuto a che fare anche con il genere western; in secondo luogo la storia è una di quelle storie “a solo”, senza il contorno di pards (il figlio Kit, l’amico Kit Carson e Tiger Jack) che raramente si sono viste nella serie regolare scatenando in quei rari casi qualche protesta dai lettori. Per ultimo va ricordato che, strutturato per consentirne la pubblicazione in Usa come se fosse una miniserie di quattro albi, il megavolume (oltre 220 pagine di fumetto) è stato scansito temporalmente come una storia in quattro parti facilmente separabili.
Con queste premesse Sergio Bonelli riuscì a coinvolgere Joe Kubert in un progetto interessante di commistione fra Tex, fumetto di genere tipicamente americano che ha avuto successo in Italia dopo essere stato realizzato da italiani (o comunque mai da americani), e la sensibilità artistica di un esperto realizzatore di fumetti spesso a suo agio nelle storie dure dove i personaggi sono provati dalle situazioni e dai momenti storici.
Ne viene fuori una storia molto rapida, dalla trama dal risultato scontato ma sviluppata con abilità, nella quale Tex vendica (non è la prima volta e non sarà l’ultima) l’uccisione di innocenti riacciuffando (e spesso uccidendo) i colpevoli. Una struttura, quella del “vendicatore solitario”, che, come indicato nelle pagine di introduzione al volume, ha sempre avuto un grosso appeal sui lettori di fumetti e amanti di film western. Parliamo, per intenderci meglio, dell’uomo che, comparso dal nulla, con il cappello che gli fa ombra sugli occhi sfuggenti, interviene per portare giustizia (sommaria) e poi scomparire di nuovo.
I disegni non sono dettagliatissimi perché sfruttano spesso il bianco della luce del west o il nero della notte. Volutamente Kubert quasi mai esce fuori dal dettame delle tre strisce per pagina, ritornando a disegnare i suoi primissimi piani che tagliano il mento alle facce come accadeva nelle pagine di Our Army at War. Va sottolineato come l’autore sia in grado di caratterizzare i sentimenti dei personaggi che disegna attraverso le espressioni del viso e la postura del corpo rendendo spesso superflue didascalie e vignette. Il volume, a ben guardare, può essere capito, infatti, anche senza leggere i baloon; i volti di Tex che si disseta, dei personaggi che minacciano, che comandano, che sorridono, che hanno paura, esprimo le loro emozioni solo attraverso il disegno. Da sottolineare, per gli amanti dello “storytelling”, le due pagine di dialogo (muto) fra Tex davanti al fuoco e il giovane indiano alle sue spalle che si avvicina per avere un po’ di cibo.
In definitiva un albo storico per molti versi che ci ha permesso di vedere all’opera su un personaggio tanto amato dagli italiani uno dei mostri sacri del fumetto statunitense". (1)
"Kubert ad un intervistatore: 'E di Bonelli che mi racconti: come vanno le sue cose?' E lui: 'Bonelli (la casa editrice) se la cava abbastanza bene. Non stiamo vivendo un periodo economico molto bello ed in questi momenti di solito le prime spese che si tagliano sono quelle dei prodotti di svago. Hanno chiuso alcune serie ed altre sono passate dalla periodicità mensile a quella bimestrale (ma aumentando il numero di pagine). Bonelli (Sergio) ha dovuto fare alcune scelte ma ama il fumetto'. Kubert: 'È davvero un’ottima persona'. L'intervistatore: 'Sì, forse anche troppo. Dirige la sua azienda con passione, speriamo non finisca mai'. Kubert: 'Credo che sia il suo cuore a guidare lui e la sua azienda. La sua passione pesa più dei profitti. Mi mandano i loro fumetti tutti i mesi; quasi ogni settimana. Mi piace guardarli, mi interessa molto guardarli'. (2)
"L'intervistatore a Kubert: 'Per realizzare un albo formato “Bonelli” il disegnatore deve disegnare e inchiostrare 100 pagine'. Kubert: 'Lo so, lo so. Ho realizzato un Tex per Bonelli, una storia intera e ci ho messo… beh a dire il vero ho cercato di non continuarlo dopo aver realizzato appena un paio di tavole. Gli dissi che c’era troppo lavoro da fare; non volevo farlo all’inizio proprio per questo motivo, lo sapevo che c’era troppo lavoro da fare. Più di 200 tavole…' L'intervistatore: '…normalmente la lunghezza media di una storia di Tex…' Kubert: '…ma insistevano sul fatto che dovessi continuare. Dissi a Sergio: Guarda Sergio, non saro’ mai in grado di portarlo a termine. Prendi i soldi indietro, ridammi i disegni che ti ho mandato”. “No, no, no” fu la risposta di Bonelli. E mi ha preso più di sei anni di tempo realizzare il volume. Quando accettai il lavoro dissi che ci sarebbero voluti due/tre anni di lavoro perché non volevo sospendere tutte le altre cose che stavo facendo al momento'". (2)
"Nizzi: 'Per il mercato americano, si pensava inizialmente di farne cinque cartonati a colori. Dunque la storia doveva essere una sola (destinata in Italia appunto al Texone), ma con cinque finali per giustificare l'uscita dei singoli albi. E cosi' ho fatto. Poi le cose sono cambiate e si è deciso che anche in America la storia uscirà in un unico librone, a colori. Questo pero' è stato deciso quando la storia io l'avevo già scritta tutta. Sicché avremo un Texone un po' sui generis, dove ogni quarantacinque pagine la storia subisce una specie di pausa. Pero' non credo che il lettore ne resterà disturbato, giacche' Tex (che agisce da solo) da' la caccia a quattro assassini ed ogni quarantacinque pagine ne becca uno. In questa storia, Tex agisce come un vendicatore solitario. Al limite, in America, potrebbe perfino chiamarsi con un altro nome, anche se non accadrà. Ma oltre a queste ragioni ve n'è un'altra che mi ha spinto a trasformare Tex in un personaggio insolitamente duro e solitario: la stessa caratterizzazione che fin dai bozzetti ne ha fatto Kubert, con quegli occhiacci sempre foschi che ricordano il suo Tarzan. Un Tex così non avrebbe mai potuto civettare con Carson. Non ne avrebbe avuto il tempo né la disposizione d'animo, troppo impegnato a braccare gli assassini ai quali per tutta la storia dà la caccia". (6)
Ervin Rustemagic, uno degli editori americani: "Il mio amico Sergio Bonelli, il più grande editore italiano di fumetti, mi ha chiesto di cercare di convincere Joe Kubert a disegnare uno dei libri di "Tex" per loro. Per coloro che non lo conoscono, "Tex" è una serie di fumetti western - creata da Giovanni Luigi Bonelli, il padre di Sergio, e Aurelio Gallelppini - che è stato pubblicato in Italia da più di 50 anni. "Tex" era ed è ancora così popolare in Italia che alcune persone usano per dire che ogni vera famiglia italiana deve custodire alcuni dei fumetti di Tex in casa loro. E se non è così, allora la loro vera origine italiana è discutibile.
Di conseguenza, più di mezzo miliardo di copie di tutti i fumetti di Tex sono stati venduti a livello mondiale finora, per lo più in Italia. Questa serie è anche estremamente popolare in paesi come Finlandia, Norvegia e Brasile.
Così ho introdotto Joe a Tex e gli ho detto quanto ero orgoglioso che la mia azienda gestisca e controlli tutti i diritti di pubblicazione a Tex in tutto il mondo, fuori dall'Italia. Ancora, Joe non era disposto ad assumersi l'impegno di disegnare una storia di 224 pagine. Quindi mi ci volle un bel pò e dovetti fare alcune visite nel New Jersey per convincere Joe a farlo. Tuttavia, essendo concentrato sul lavoro "Fax da Sarajevo" e altri suoi progetti in quel periodo, solo alla fine del 2000 Joe fu finalmente in grado di completare il suo lavoro per questa grande impresa artistica nella sua straordinaria carriera. Tuttavia, devo menzionare qui che negli anni del suo lavoro su Tex - quando stava spedendo le sue prime tavole disegnate al mio ufficio - Joe continuava a dirmi quanto stava godendo a lavorare su di esso e quanto gli piaceva la sceneggiatura di Claudio Nizzi.
Alla fine devo dire che sono molto felice che Sergio Bonelli Editore e SAF Comics possano presentare questo eccellente lavoro del mio caro amico Joe Kubert al pubblico americano e introdurre anche questa grande serie di fumetti italiani ai lettori del paese dove è nato il genere western". (8)
"L'intervistatore: 'Come si è sentito lavorando su Tex?' Kubert: 'Mi sono divertito molto. Ed erano un mucchio di pagine!' L'intervistatore: 'Qual è la caratteristica che ha maggiormente gradito nel ranger?' Kubert: 'Era il genere di storia western che preferisco. Nizzi è uno scrittore eccellente'. L'intervistatore: 'Ha realizzato un "mostro" di più di 200 pagine in circa sette anni. In questo lungo tempo quando è stato il momento più difficile?' Kubert: 'È stato difficile far rientrare questo lavoro tra i miei impegni. Nello stesso periodo ho lavorato ad altri progetti, tutto questo in aggiunta al mio ruolo di insegnante e ai corsi per corrispondenza'. L'intervistatore: 'Lei ha un approccio molto cinematografico, quale attore pensa sarebbe perfetto per interpretare il ruolo di Tex?' Kubert: 'Clint Eastwood - John Wayne - Randolph Scott'. L'intervistatore: 'Come è stato il suo rapporto con Claudio Nizzi? Ha lavorato su una sceneggiatura dettagliata o su uno script generico tipo Marvel?' Kubert: 'È stato un piacere lavorare sulla sceneggiatura di Claudio. È un grande scrittore. E la sua era una sceneggiatura dettagliata'. L'intervistatore: 'Quando ha concluso il lavoro, qual è stato il suo primo pensiero?' Kubert: 'Ero felice di aver finalmente finito!" (11)
Si iniziò la pubblicazione negli U.S.A. con "l'introvabile edizione Prestige / Dark Horse Comics mai immessa sul mercato e distribuita solo a qualche editore europeo e sudamericano di Tex!" (16)
In seguito "il texone ha visto la luce sul mercato americano con la SAF Comics (nel 2005), ma in un unico volume (come in Italia)". (15)
Ristampa italiana a cura della Rizzoli - Lizard.
"Come già successo nei volumi già editi Rizzoli Lizard, più che preoccuparsi degli aspetti filologici" studio e interpretazione dei testi "(di cui ci saremmo aspettati massima attenzione in una edizione di tal fatta) si impegna a offrire una stampa estremamente piacevole alla vista e anche al tatto ma dal valore critico e anche didascalico" relativo all'insegnamento "divulgativo molto carente. Ne è prova l’introduzione, curata da Michele Ginevra, che propone quattro paginette scarse di una conversazione con Claudio Nizzi ed Ervin Rustemagić. Il pezzo è certamente valido perché offre numerosi chiarimenti sulla genesi e la storia editoriale dell’opera. Lascia perplessi, comunque, il fatto che non viene fornita informazione alcuna su Rustemagić e Kubert, né sulle personalità artistiche, né tantomeno sul quid" qualcosa non meglio precisata, indefinita e generica "letterario che ha cementato il rapporto fra i due (Ervin Rustemagić, bosniaco di Sarajevo, è editore e distributore di fumetti).
Si ritiene che il target ideale di questo libro sia rappresentato da un lettore piuttosto casuale, raffinato e curioso, ma generalista. Avrà letto Tex qualche volta e probabilmente è poco informato sull’universo del fumetto. Questo tipo di edizioni, rivolte un po’ a tutti, hanno il dovere, in primo luogo, di formare la consapevolezza del lettore sugli autori e sul testo che si accingono a leggere. È dunque dovere del curatore fornire quel dettaglio minimo di informazioni indispensabili a conoscere la personalità e la storia degli autori, la genesi e il tessuto dell’opera, onde consentire al lettore di apprezzare appieno il testo. In considerazione del fatto che non ci si rivolge a critici, specialisti o intenditori è assolutamente inopportuno dare per scontate (e omettere) informazioni di alcun tipo, qualora siano propedeutiche" che introducono "alla lettura.
Ma se il lettore fosse un ricercato specialista del fumetto ancora di più rimarrebbe deluso per l’occasione sprecata, vedendosi proporre una edizione nazional popolare, laddove ci sarebbero state le condizioni per un lavoro filologico preciso, attento ed accurato.
Il lavoro che ha affiancato Kubert e Tex (sconosciuto all’autore statunitense sino alla proposta bonelliana nella metà degli anni Novanta) è nata con due finalità, fortemente volute da Sergio Bonelli. La prima era quella di avere il maestro statunitense come illustratore di Tex in uno degli albi giganti, albi in cui, almeno nelle intenzioni iniziali, a sceneggiatori “tradizionali”, si dovevano accompagnare i più grandi disegnatori del fumetto, provenienti dalle più diverse realtà artistiche.
La seconda era quella di poter, attraverso le suggestioni del grande disegnatore, riuscire a far breccia nel mercato americano.
Bonelli riuscì a realizzare entrambi i suoi sogni proprio grazie alla mediazione di Ervin Rustemagić, allora responsabile della SAF Comics, agente internazionale per il fumetto Bonelli. Dopo una lunga gestazione, il lavoro di Joe Kubert e Claudio Nizzi vide finalmente la luce il 26 giugno 2001 nell’albo speciale n. 15, Il cavaliere solitario.
Tex – The Lonesome Rider, conobbe numerose edizioni le quali, oltre che negli USA, vennero stampate e ristampate nel resto del mondo.
Foto n. 2, 3, 5.
L’edizione italiana e quelle estere erano distinte da alcune differenze concettuali e formali. Le edizioni estere vennero stampate in quattro albi a colori, mentre, secondo tradizione, l’albo gigante di Tex racchiudeva un’unica storia in bianco e nero. Nell’edizione statunitense non si poté accennare al fatto che il protagonista era anche il capo bianco degli indiano Navajo, dal momento che questo concetto sarebbe risultato incomprensibile al lettore statunitense. Invece sarebbe apparso curioso al lettore italiano che Tex, quando, nell’ultima parte corrispondente al quarto episodio, si trova fra gli Apache, non fosse riconosciuto come Aquila della Notte o non si presentasse direttamente come tale, considerata la fama che possedeva fra quelle popolazioni. E infatti Tex dice al piccolo apache Choka (accompagnando le parole anche con un segno indiano): “Quando incontreremo i tuoi fratelli dirai che il nome con cui tutti gli uomini dalla pelle rossa mi conoscono è Aquila della Notte, capo bianco dei Navajo”.
Le differenze fra le due versioni sono effettivamente minime, risultano puramente formali e non modificano la sostanza della storia. Una edizione ideale e filologicamente corretta, però, avrebbe proposto la versione a colori divisa in quattro parti, con, in appendice, la variante della versione italiana nella parte in cui si diversifica da quella estera
La ristampa Lizard ripropone (in bianco e nero) l’edizione estera articolata in quattro episodi, però lasciando il passaggio “italiano” in cui Tex si presenta come Aquila della Notte al giovane Choka (p. 227).
La pubblicazione a colori non rientra nel programma della collana (e qui ci dobbiamo accontentare), sarebbe stata comunque prova di intelligenza critica proporre un confronto fra le due versioni, per fini filologici e come spiegazione utile per il lettore. Si poteva optare tranquillamente per la soluzione fuori testo, magari in sostituzione dei bozzetti che ritroviamo in conclusione del volume, del tutto inutili al fine della comprensione dell’opera.
Questa critica può apparire impietosa ma vuole essere soprattutto un contributo ai curatori a fare di meglio, proprio in considerazione del valore potenziale della collana. Non si possono tacere, difatti, i molti meriti implicitamente già acquisiti nel presentare il meglio degli autori e dei personaggi dei fumetti, in una edizione da libreria assolutamente sciccosa a un prezzo tutto sommato per le tasche di tutti". (3)
Foto n. 4.
Quello che pensa Kubert di Tex si può leggere nella Sezione GLI INIZI - I MOTIVI DEL SUCCESSO DI TEX: LE CARATTERISTICHE DEL PERSONAGGIO 2) IL COMPORTAMENTO.
L'opinione dei lettori.
"Uno dei Tex più belli che ho letto, Un nizzi poliedrico che si adatta allo stile di Kubert. Una storia in cui si vede un tex vendicatore e solitario molto più simile al batman dei primi anni che al tex a cui siamo abituati. (5)
C'è chi lamenta una storia sottotono di Nizzi come quelle, dicono, a partire dalla seconda metà degli anni '90 e i primi anni 2000, altri ne sono entusiasti. (7) (5)
"Molto belli i disegni di Kubert: un Tex veramente spietato e molto "Americano", che regalano una visione inedita del personaggio, ma di grande impatto". (9)
"Il Tex che vorrei sempre vedere: duro, cattivo, così simile all'Uomo Senza Nome di Sergio Leone e Clint Eastwood, eppure umano e giusto, che tratta i malvagi della situazione (tra i più brutti, sporchi e cattivi mai concepiti da Nizzi) con la stessa cattiveria di come noi stessi li tratteremmo, sapendo cosa sono e cos'hanno fatto; una trama ed un intreccio insoliti, molto più simile ad un western all'italiana che ai classici stilemi" elemento, atteggiamento stilistico "bonelliani, eppure credibilissima e decisamente molto più avvincente rispetto alle trame edulcorate" addolcite, attenuate, mitigate, semplificate e rese più accettabili "che ci vengono proposte nella serie regolare. Ed li segno magistrale di Kubert rende appieno tale lato oscuro del personaggio, esaltandolo in una cornice eccezionale di sfondi e figure secondarie, tutti magistralmente tratteggiati. Per me,complessivamente, uno dei migliori texoni." (10)
"Nizzi ci propone uno dei Tex più duri lasciandogli però le sue caratteristiche di uomo giusto e leale. La storia inizia con una delle scene più 'hot'" scabrose "della serie e continua con quella caduta molto inverosimile. Solo per questi due elementi i texiani più anziani potrebbero storcere il naso; la trama poi però prosegue bene, e regala a Tex i suoi elementi più caratteristici quali l'abilità di cervello e l'abilità sul campo.
Tuttavia anche così eroicizzato Tex non può fare nulla per impedire la morte dei banditi, per fargli scontare la loro pena. I disegni di Kubert si adattano benissimo al western e regalano a Tex quella plasticità che manca a molti disegnatori attuali". (12)
"Certamente una delle migliori storie del Nizzi più recente. Paradossalmente, è molto poco nizziana, a partire dal fatto che Tex è in solitaria: ed è anche molto violenta ( pensiamo alla scena dello stupro, ma anche alla morte del bandito per mano del fratello ), cosa inusuale per lo sceneggiatore di Fiumalbo, e che mi ha fatto andare con la memoria alla nolittiana 'I Dominatori Della Valle'. La struttura narrativa, basata su quattro 'caccia all'uomo', mi ha fatto pensare invece al film 'Bravados', con Gregory Peck. Struttura che si spiega anche con ragioni commerciali: la storia era programmata per uscire negli Stati Uniti in quattro puntate, essendo il pubblico americano assolutamente non abituato a fumetti di durata superiore alle settanta pagine. I disegni di Kubert sono bellissimi, e molto western. Da notare una cosa: ho la sensazione che nei texoni Nizzi abbia osato un 'uscita dai canoni bonelliani molto più che sulla serie regolare". (13)
"C'è da sottolineare come siano stati utilizzati retini per realizzare graficamente alcuni sfondi, metodo del tutto estraneo al mondo di Tex". (14) Sono stati usati retini in alcuni albi di Tex degli anni '50.
"Ho riletto ieri questo Texone, ed è stato piacere puro. Naturalmente io preferisco l'operato corale dei quattro pards, ma vedere il nostro eroe in solitaria che sfugge ad una morte quasi certa (per forza, è il protagonista) e si mette in caccia, tenace come un mastino, per rendere giustizia ai suoi amici... e a se stesso (e intanto trova anche l'occasione per liberare un paese da un prepotente e da uno sceriffo corrotto merita se non un 10 almeno un bel 9.
Devo poi dire che nonostante la mia contrarietà all'elemento erotico in Tex, la scena dello stupro non mi ha dato eccessivamente fastidio. Ovviamente non voglio dire che mi faccia piacere vedere una ragazza violentata, ma non si può negare la realtà e questa è sempre stata una delle più crude realtà che hanno colpito i deboli. In tal caso, a mio parere, l'elemento erotico non serve per il piacere degli occhi, ma è funzionale alla storia". (17)
"Ogni volta che lo rileggo è sempre un piacere. Bellissimo". (18)
"Bella storia". (19)
"Nizzi si è chiaramente ispirato al "primo" Tex di Gianluigi Bonelli". (20)
"Secondo me il Texone per eccellenza". (21)
"Texone davvero insolito sia per la trama cruda e violenta, ma soprattutto per la parte grafica che mostra un Tex diverso dal canone classico. Alla prima lettura mi piacque subito tantissimo.La storia, o meglio, le storie qui contenute sono davvero stupende. Secondo me è il miglior Texone di Nizzi e probabilmente tra i primi 5 migliori Texoni". (22)
"Mi sono ripromesso di rileggere, nella settimana appena trascorsa, tutte e quattro le storie di questo Texone, non considerandole come una sola storia, ma come quattro storie brevi.
Cambiando la prospettiva, stranamente, quel Texone che all'inizio non mi era piaciuto, mi è diventato adesso bellissimo nella mente. Le storie sono molto intense, drammatiche; si mettono in luce per gli antagonisti di peso, talmente bastardi e malvagi da farsi odiare visceralmente, così che il lettore, come Tex, non vede l'ora di braccarli e fare giustizia. Bella e classica la prima storia, dell'affarista che fa il bello e il cattivo tempo nella vallata, carina la terza storia così come quella di Jako. Quella che mi è rimasta più impressa è però la vicenda di Thorpe: lui è veramente odioso, e non vedi l'ora di farlo fuori. Soprattutto, però, sono riuscitissime le figure della ragazza insidiata e del fidanzato coraggioso che, pur conscio della propria inferiorità con le armi rispetto all'avversario, non esita a votarsi al sacrificio pur di non vedere macchiato il proprio onore davanti alla sua bella. Soggetto super classico, ma magistralmente sceneggiato.
E poi quel Tex, così diverso da quello che conosciamo, cupo, terribile, non concede tregua alla propria mente, pervasa da un solo desiderio: la vendetta. Quasi non sembra il nostro Tex, abituati come siamo a vederlo giocare con Carson. Questo, per la carica di odio e cupezza che serba in sé, sembra più (oltre che un cavaliere solitario) un "cavaliere oscuro" (alla Batman, per intenderci: nessuno spazio per i sorrisi, solo implacabile giustizia). (23)
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(1) Davide Occhicone 'Tex, il cavaliere solitario: Joe Kubert al servizio del Ranger' sul sito Internet Lo spazio bianco data 22 gennaio 2006 http://www.lospaziobianco.it/tex-cavaliere-solitario/
(2) Davide Occhicone 'Intervista a Joe Kubert, faccia a faccia col Mito' sul sito Internet Lo spazio bianco data 16 gennaio 2006 http://www.lospaziobianco.it/intervista-joe-kubert-faccia-faccia-col-mito/
(3) Antonio Tripodi 'Quando i miti si incontrano: Joe Kubert e Tex in una nuova edizione Rizzoli Lizard' sul sito Internet Lo spazio bianco data 13 dicembre 2013 http://www.lospaziobianco.it/miti-incontrano-joe-kubert-tex-nuova-edizione-rizzoli-lizard/
(4) Sito Internet della SAF Comics http://www.safcomics.com/publishing.shtml
(5) Si firma Fitzgerald, il 10 dicembre 2006, sul Tex Willer Forum, su Internet:
http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(6) Si firma Ymalpas, il 10 dicembre 2006, sul Tex Willer Forum, su Internet:
http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129 Dall'intervista a Nizzi del 1998 su uBC.
(7) Si firma Mister P, il 10 dicembre 2006, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(8) Introduzione all'edizione americana di Tex - the lonesome rider a cura della SAF Comics, Krpanova 1, 3000 Celje, Slovenia.
(9) Si firma The Lord, il 9 maggio 2008, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(10) Si firma Akirasendo, il 16 maggio 2008, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(11) Si firma Ymalpas, il 26 luglio 2009, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129 a cura di Smoky Man, luglio 2001, su Internet: www.ultrazine.org/ultraparole/kubert.htm
(12) Si firma Pard06, il 17 novembre 2009, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(13) Si firma Don Fabio Esqueda, il 17 novembre 2009, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(14) Anonimo, il 26 maggio 2010, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(15) Si firma Ymalpas, il 26 maggio 2010, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(16) Si firma Ymalpas, il 27 maggio 2010, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(17) Si firma Cheyenne, il 2 giugno 2010, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(18) Anonimo, il 3 marzo 2012, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(19) Barbagelata, il 4 marzo 2012, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(20) Francesco 67, il 14 marzo 2012, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(21) Juanraza85, il 14 ottobre 2012, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(22) Sam Stone, il 14 ottobre 2012, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129
(23) Leo, il 1 dicembre 2012, sul Tex Willer Forum, su Internet: http://texwiller.forumfree.org/index.php?&showtopic=129