Login
HOME IL CURATORE DEL SITO NEWS GUESTBOOK CONTATTAMI ITALIANO | ENGLISH | PORTOGUESE | ESPAÑOL
CAPITOLI


In rosso le sezioni aggiornate di recente.



DONAZIONI
 
Volume 1 » GLI INIZI » Il successo di Tex Willer. indietro
Il successo di Tex Willer.

IL SUCCESSO DI TEX.

"'Tex', di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, è senz'altro il più importante dei personaggi western e anche, in assoluto, del fumetto italiano, durando ininterrottamente da oltre quarant'anni. Il più longevo, il più venduto all'estero, il più prodotto (trentacinquemila tavole ristampate più volte e ininterrottamente), il più conosciuto". (38)

In quanto a Tex, c'è da dire, insieme a Mauro Boselli, che "la sua longevità è incredibile nel panorama fumettistico mondiale". (37)

"Ben presto, ho scoperto che Tex rappresentava una sorta di cinema casalingo. Azione, ritmo serrato, una certa durezza nei personaggi e nei dialoghi, rendevano i prodotti simili pallide imitazioni. Ma c’era soprattutto una propensione per il realismo”. (33)

"Non è stato John Ford a farmi conoscere e amare il mito del West. Per me, come per tanti della mia generazione, la Monument Valley e gli assalti alla diligenza, i ranch e i saloon, il profumo della frontiera e i binari della ferrovia in costruzione sono stati prima di tutto 'segni' (o sogni...) conosciuti e frequentati sulle pagine di Tex". (31)

Sergio Bonelli: "Per tutti i miei lettori lo considero un oggetto di culto, una specie di tessera di partito, una carta d'identità. Essere quelli di Tex significa non essere quelli di 'Dylan Dog' né quelle di qualsiasi altro fumetto di moda. Tex è l'identikit di chi ama l'avventura, l'incarnazione della persona onesta, sbrigativa, socialmente impegnata contro la violenza, l'ingiustizia e la sopraffazione. E io mi sento un pò Tex". (36)

"Come si spiega un successo tanto longevo quanto unico nel panorama dei fumetti? 'Vorremmo veramente capirlo, ma lo accettiamo come un dono dal cielo', risponde Sergio Bonelli". (35)

"Tex, nato nel 1948, scritto da Gianluigi Bonelli, disegnato da Aurelio Galleppini, coadiuvato poi da validi collaboratori a iniziare da Fusco, Letteri, Nicolò e Ticci, rappresenta forse il più grande successo di pubblico che il fumetto in Italia abbia mai conseguito. Se ne deduce quindi che sia stato anche il più grande affare commerciale nazionale legato alle vignette disegnate". (34)

"Tex è un personaggio (anzi, per il fumetto popolare italiano, ormai 'il' personaggio) ma forse è prima di tutto un fenomeno. Certamente un fenomeno di costume, ma magari anche, chissà, un fenomeno nel senso più comune, banale e corrente del termine, quasi un fenomeno da baraccone, vista la sua essenza di vero e proprio caso eccezionale. Ed è questa fiducia nella sua eccezionalità ad alimentare la sensazione che Tex continuerà a lungo ancora a cavalcare". (32)

"'Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?': ecco la battuta d'esordio, datata per la cronaca 30 settembre 1948 e da situare in un'Italia ancora sospesa tra le sofferenze di una guerra recente e la legittima voglia di lasciarsele alle spalle per dedicarsi a divertimenti troppo a lungo repressi, di un personaggio a fumetti che ben presto avrebbe lasciato gli onori della cronaca per conquistare un posto di prim'ordine nell'immaginario collettivo di tanti giovani o meno giovani. In pochissimo tempo, il 'passaggio a Tex' divenne una sorta di iniziazione all'adolescenza per una generazione dopo l'altra: 'Noi amavamo Tex (ricordano ad esempio all'unisono gli scrittori satirici Gino e Michele) come la cosa più normale di questo mondo. Quella striscia con quella firma inconfondibile, Galep, non ci sembrava neanche una scelta, era un obbligo per la nostra generazione. Perché stavamo diventando (ci sentivamo) grandi. E a quel punto lì o stavi con Tex o stavi con Superbone, Cocco Bill o Cip e Ciop, che erano cose da bambocci'". (28)

"Ormai, il successo di Tex si alimenta del suo stesso mito, tramandato gelosamente di padre in figlio". (29)

"'Colleghi e amici quando vengono a sapere che io leggo volentieri le storie di Paperino, ridono di me, quasi fossi rimbambito. Ridano pure. Personalmente sono convinto che si tratta di una delle più grandi invenzioni narrative dei tempi moderni'. La considerazione, a metà fra il risentito e il divertito, dell'autore de 'Il deserto dei Tartari', Dino Buzzati, aveva l'obiettivo di rimarcare l'influenza profonda sulla narrativa 'alta' da parte del fumetto, genere tradizionalmente ritenuto 'basso' e di rivendicarne la rilevanza in chiave letteraria. Oggi, certo, fortunatamente, il fumetto si autopropone sempre più spesso come strumento luinguistico ed espressivo autonomo, avente un proprio spessore artistico, e non si percepisce più esclusivamente come semplice 'intrattenimento' quale era stato ridotto troppo a lungo. Nel contempo, esso sostiene diverse visioni del mondo, regala sogni e utopie, sottolinea messaggi 'alti', si dimostra in grado di superare crisi intermittenti relative alla sua capacità di sopravvivere dignitosamente in un universo mediologico in cui la televisione la fa da padrone, contamina in modo originale il proprio linguaggio... La frase di Buzzati ci è tornata in mente, probabilmente non per caso, nel ripensare alla figura di Tex, a quanto Jack London, Salgari e Zane Grey avrà trangugiato Bonelli senior e a quanta giovane narrativa italiana avrà a propria volta influenzato il Nostro". (30) (per Jack London vedi TEX - 1951 - NUMERO 10 - LA STORIA)

"Per chi da bambino è stato lettore di fumetti, risulta inevitabile, da adulto, collegare questo o quel personaggio con un preciso evento o una particolare situazione che contribuì a farglielo conoscere. A questa regola non sfugge neppure il sottoscritto, per cui, così come avviene per altri personaggi, anche per Tex ricordo perfettamente come avvenne il primo incontro. All'epoca avevo circa dieci anni e grazie alla passione che mio zio nutriva per la produzione Nerbini, ero cresciuto a pane e fumetti, naturalmente anteguerra. Tex debuttò nelle edicole nel settembre del 1948, nel cosiddetto formato 'a striscia', che segnò una moda per molti anni nella produzione fumettistica. Ricordo che quando vidi quell'albetto tra le mani di un mio compagno di giochi, abituato com'ero al 'formato lenzuolo' della Nerbini, mi incuriosii non poco, tanto da proporre un baratto con uno dei miei giornali. Fu così, che feci conoscenza col primo numero di Tex.. Sono trascorsi 45 anni da quando Tex apparve per la prima volta nelle edicole e oggi festeggiamo l'invidiabile traguardo dei 400 numeri della serie gigante. E' il personaggio più longevo della storia del fumetto italiano, ma a dispetto dell'età è più inossidabile che mai. Tex conserva comunque intatto lo smalto vitale dell'eroe, continuando i suoi scontri, le sue galoppate e le sue sparatorie tra paesaggi rocciosi e assolati, tra grandi distese o fumosi saloons, tra deserti e sabbie mobili. Tex nell'immaginario disegnato continua a essere per i suoi affezionati lettori oggetto di culto e, da solo, possiamo dire che per 45 anni ha rappresentato la 'dimensione dell'avventura'. E lo sarà ancora per tantissimo tempo". (27)

Chiesero a Galleppini: "Quando nel 1948 nacque Tex, sinceramente, sia tu che G.L. Bonelli credevate nel travolgente successo che poi ha avuto questo personaggio?" Galep: "Lui può darsi di sì, io no. Difatti non gli ho dato importanza e si vede dai primi disegni che sono bruttissimi" (26)

"Potrà sembrare incredibile, ma Tex è diventato un successo straordinario in barba a tutte quelle che, successivamente, saranno considerate le regole basilari per il buon esito di un personaggio. Dietro il suo meraviglioso esordio non c'è alcuna programmazione, nessun progetto preciso. Neppure la fisionomia dell'eroe è certa. E Tex apparirà in alcune storie con almeno tre volti diversi. Non è chiaro neppure il suo ruolo, visto che nella prima vignetta della prima avventura appare come fuorilegge". (24)

"Nato come fuorilegge e divenuto poi Ranger oltre che capo dei Navajos, Tex sparava e uccideva, affrontando comunque anche temi importanti, gli stessi presenti nei western cinematografici, quali lo scontro fra allevatori e coltivatori, la formazione di bande e di boss nei villaggi di Frontiera dove la Legge tardava ad arrivare, nonché il delicatissimo problema dei rapporti con gli indiani. Non sorprende, dunque, che il suo boom sia esploso soltanto negli anni Sessanta, quando cominciò a essere letto anche da un pubblico più maturo dei soliti adolescenti; e, non a caso, proprio in quest'ultimo periodo, gli altri personaggi, inventati su misura per i ragazzi degli anni Cinquanta, finirono con l'essere spazzati via definitivamente". (3)

"Decio Canzio intervista Gianluigi Bonelli: "Signor Bonelli, per trent'anni e più Tex è stato un grande successo popolare: il personaggio, il suo modo di esprimersi, il suo mondo sono entrati a far parte del costume degli italiani. Tuttavia, soltanto negli ultimi anni questo trionfo popolare si è travasato anche nei giudizi dei mass media. I quali, in precedenza, avevano l'aria di snobbare Tex (così come i fumetti, in generale). Che cosa ha da dire in proposito?" Bonelli: "Le confesso che la cosa mi ha lasciato (e mi lascia) del tutto indifferente. Quando scrivo Tex io penso ai miei lettori, alla gente comune, agli amici che incontro per la strada. Sono gli stessi che vanno in edicola e comprano l'albo. Sono in tanti, ancora oggi, a leggere Tex? Bene, questo significa che il mio lavoro è servito a qualcosa. Tengo comunque a dire di essere orgoglioso del fatto che Tex abbia contribuito a cambiare l'atteggiamento negativo verso il fumetto che ci ha pesantemente perseguitato in anni neppure troppo lontani". Canzio: "Il successo editoriale di Tex ha avuto come conseguenza un proliferare di rassegne, di tavole rotonde, di dibattiti, tutti dedicati al personaggio. Tuttavia raramente, anzi forse mai, lei è intervenuto a queste manifestazioni. Perché?" Bonelli: "Non amo i bagni di folla. E rifuggo da tutto ciò che ha il marchio dell''ufficialità'. Preferisco conversare con il lettore di Tex che incontro casualmente al caffé e sentire da lui critiche e suggerimenti. Con tutto questo, sia ben chiaro che guardo con favore alle manifestazioni dedicate a Tex. Sono feste di amici: non posso non provare simpatia per loro". Canzio: "Tex è nato nel 1948, dopo che lei aveva già creato molti altri personaggi. Perché Tex Willer ha avuto i grandi riconoscimenti che sappiamo mentre Yorga, Yuma Kid, i Tre Bill e altre sue creature sono scomparse, restando soltanto nella storia del fumetto italiano? Ha forse messo un impegno particolare nello scrivere Tex?" Bonelli: "Assolutamente no. E le confesso che ancora oggi non saprei trovare i motivi per cui Tex ha funzionato e, per fare un esempio, Yuma Kid si è spento. Le assicuro che, nello scriverlo, ci ho messo lo stesso impegno. Ma spesso mi sorprendo a pensare che anche la vita dei personaggi a fumetti sia come quella degli uomini in carne e ossa. Alcuni nascono con i segni di un destino favorevole, altri avranno un'esistenza difficile. E chi fa il nostro mestiere deve anche mettere in conto la possibilità di misteriose, imprevedibili 'congiunzioni astrali'. In altre parole, lo scrittore di fumetti, magari inventore di molti personaggi che non hanno avuto fortuna, si può improvvisamente trovare nella miracolosa condizione di creare il personaggio giusto (e il prodotto editoriale giusto) nel momento giusto. Le faccio però notare che, all'inizio, Tex non ebbe un successo travolgente. Partì discretamente e si assestò nelle fasce di vendita intermedie del mercato di allora, ben lontano dalle tirature del Grande Blek, di Capitan Miki e del Piccolo Sceriffo, per intenderci. In seguito, negli anni Cinquanta, il personaggio mi è 'cresciuto in mano', lo sentivo sempre più mio, sempre più m'identificavo in lui. E, gradualmente, crescevano anche le vendite. Ma, a quel punto, l'aspetto editoriale non m'interessava più. Ripeto: ero troppo 'dentro' il personaggio per occuparmi di altro". Canzio: "Tra gli scrittori italiani di fumetti chi sono stati i suoi antagonisti? Intendo i colleghi di cui lei ha avuto (e ha) stima?" Bonelli: "Domanda difficile. Da quando ho abbandonato il ruolo di editore per scrivere fumetti non mi sono mai guardato molto intorno. Tuttavia, il mio atteggiamento distratto non mi ha impedito, a suo tempo, di leggere e ammirare alcune storie di un mio vecchio amico come Federico Pedrocchi. Oppure di apprezzare il talento narrativo di Andrea Lavezzolo, specialmente in quelle lunghe serie a fumetti che si richiamavano, più o meno esplicitamente, al glorioso feuilleton. O ancora di seguire i famosi personaggi della EsseGesse, che riscossero uno strepitoso successo editoriale". (6)

"Nella storia del fumetto mondiale ben pochi personaggi possono vantare tanta longevità (e tanta buona salute editoriale)". (23)

"Non c'è mai una ragione precisa, non si può mai sapere a priori quando un fumetto piuttosto che un altro trova riscontro tra il pubblico. Scattano strane variabili, frutto di una serie di fattori contingenti e di combinazioni astrali che sfuggono". (22)

"Il 30 settembre 1948 Bonelli e Galleppini mandarono in edicola la prima striscia di 'Tex', intitolata 'Il Totem Misterioso'. Inizialmente, non si trattò affatto di un trionfo: i risultati positivi si rivelarono alla distanza e comunque una lunga vita editoriale della collana non era nei pronostici. All'epoca si sfornavano nuovi personaggi a getto continuo e il mercato vedeva cambiare serie ed eroi con una certa facilità. Un 'character' compariva in edicola, vi rimaneva finché le vendite ne giustificavano l'uscita e ai primi cenni di stanchezza si provvedeva a sostituirlo con un eroe più fresco. 'Tex' avrebbe dovuto seguire questo tipo di iter. Invece il successo del personaggio fu tale che l'intera Casa editrice si trasferì sulle frontiere del Far West e per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta videro la luce una miriade di western". (18)

"Alla domanda di Luciano Secchi 'com'è nata l'idea di questo personaggio?' Ecco l'ironica, smitizzante risposta di Bonelli 'Come tutte le altre idee, ossia per caso. Di solito un editore chiede a un autore di scrivergli una bella storia e quest'ultimo, dopo una mezza giornata al massimo di riflessione, comincia a buttar giù l'idea e il personaggio cercando naturalmente di fare qualcosa di decente. Poi, come per tante altre faccende, ci si mette di mezzo Madama Fortuna e se Lei dà la spintarella tutto va bene; in caso contrario, l'editore convoca d'urgenza l'autore, l'uno e l'altro si guardano negli occhi e, dopo un rapido scambio di brevi ma efficaci parole, l'autore si dà urgentemente da fare per procurare un accidente secco al personaggio e mandarlo a suonar l'arpa nel paradiso che gli compete". (17)

Mauro Marcheselli: "Il segreto di Tex è difficile, Sergio Bonelli direbbe: 'se lo sapessimo avremmo fatto 10 Tex'". (13)

Roberto Davide Papini su Il Resto del Carlino del 13 gennaio 2001 “Gli inizi sono duri, anche perché Bonelli non si rivolge al pubblico di ragazzini che legge i fumetti, ma scrive per lettori più adulti. Poi, piano piano il personaggio e la serie decollano nel cuore dei lettori”. (1)

Scrive Cavalcanti che nessuno, a quei tempi, sarebbe riuscito ad immaginare l’immensa, interminabile fortuna di Tex: era nato per caso e avrebbe dovuto avere, al massimo, due o tre anni di vita: Divenne uno dei fumetti più longevi del mondo! (2)

"Da quel vulcanico narratore popolare che era, Gianluigi Bonelli non esitava a battere le piste di qualunque genere narrativo, anche se, con il passare del tempo, e man mano che cresceva il successo di Aquila della Notte, si era specializzato nel raccontare storie western. Fra la fine degli anni Quaranta e la prima metà degli anni Sessanta, senza contare la già massiccia produzione texiana, dalla sua penna uscirono decine di migliaia di strisce (non stiamo esagerando) ambientate in quel violento e vorticoso universo, fatto di polvere, sudore e pallottole sempre in canna, che vide migliaia di pionieri bianchi invadere l'Ovest degli States, pronti a tutto pur di strappare ai legittimi proprietari (gli indiani) il possesso di quegli immensi, magnifici territori. Come un moderno Zane Grey, o come l'allora efficientissimo "fabbricante di best-sellers" Louis L'Amour, con un occhio al grande cinema hollywoodiano, G. L. scriveva, scriveva, sciveva di indiani e cowboys, di banditi e giustizieri, di cacciatori di pellicce e cavalieri erranti". (16)

Sergio Bonelli, il figlio di Gianluigi, dirà che all’epoca “per mio padre, Tex era solo un personaggio come tanti, ai quali non venne dedicata certo un’attenzione particolare. Doveva servire a sbarcare il lunario e in quegli anni, essere “fumettari” era quasi una vergogna”. (4)

Il personaggio, amatissimo da lettori di ogni età, si rivela non solo un sorprendente fenomeno di costume destinato a durare decenni, ma anche uno degli oggetti preferiti della critica fumettistica e non, tanto che gli vengono dedicate una ricca serie di mostre e una considerevole quantità di scritti. Se Gianluigi Bonelli all’inizio degli anni ‘60 continua a scrivere sceneggiature di altri personaggi, tra la fine dei ‘60 e l’inizio dei ‘70 si dedica quasi completamente a Tex., di cui ha scritto centinaia di sceneggiature. Fino al numero 183 sono sue tutte le sceneggiature e saranno sue anche quasi tutte le seguenti, fin verso la metà degli anni ottanta, ma di questo ne riparleremo.

Raffaele De Falco e Pino Di Genua spiegano: "Tex è il solo che rimane, anzi incrementa il proprio passo, difatti si riescono a vendere finanche le inevitabili rese!" (15)

Luca Raffaelli parlando dei primi tempi dice: “Non si tratta ancora di un successo strepitoso (gli albi vendono intorno alle sessantamila copie; “Capitan Miki” e il “Grande Blek” tre volte di più), ma il personaggio cresce bene”. (5)

Col tempo continua a crescere l’attenzione del pubblico verso Tex e dopo l’avvento del venticinquenne Sergio alla guida della casa editrice (’57) il personaggio prenderà letteralmente il volo. E’ l’avvio di un periodo estremamente felice per Tex, che Bonelli padre porta avanti con una scrittura vigorosa particolarmente idonea al carattere del personaggio di cui è fiero. (7)

Dice Ermanno Detti nel suo libro “Il fumetto fra cultura e scuola” che col passare del tempo, mentre gli altri albi scomparivano, Tex ha saputo aumentare i propri lettori fino a crearsi un vasto pubblico. (8)

“Quando, verso la fine degli anni Cinquanta Tex si rigenera nel nuovo formato “gigante”, non solo supera indenne l’avvento della televisione, ma si avvia verso gli anni d’oro della sua carriera.” (9)

Parlerò più avanti delle varie serie di Tex e del formato gigante, nella parte LA STORIA DEGLI ALBI DI TEX.

Sergio Cofferati: "Quando un personaggio dura così tanto vuol dire che è in grado di trasmettere emozioni, ha dei messaggi che poi i lettori percepiscono". (14)

Oscar Cosulich fa una precisazione, che ci interessa in particolare, sul successo di Tex: “Quella di Tex è una fascinazione che poggia in ugual misura sul fascino del personaggio (grintoso, ironico, antirazzista e nemico di ogni ingiustizia), degli ambienti (praterie, foreste, deserti) e dei suoi avversari (fuorilegge, indiani ribelli, ma anche maghi e sette segrete)”. (10)

Su un sito Internet si spiegano con altre parole questi elementi: “Il successo dell’albo a strisce dedicato al Ranger si dimostra crescente e duraturo, Tex continua a guadagnare fama e lettori, superando un traguardo di longevità dopo l’altro. Il successo del personaggio è ascrivibile a tanti fattori differenti: innanzitutto alla verve del suo sceneggiatore e al suo inconfondibile stile, fatto di dialoghi taglienti e di trame ricche di suggestioni, capaci di mescolare, nel calderone western, ingredienti provenienti anche da altri generi narrativi. Poi c’è Tex, un uomo risoluto e diretto, insensibile alle lusinghe del denaro e del potere. Sempre pronto a difendere chi subisce un torto, è incapace di accettare che chi compie un delitto o una malefatta rimanga impunito, facendo di tutto perché debba risponderne alla Legge”.(12)

"Tex rappresenta nel panorama del fumetto italiano un vero miracolo. Il suo inventore Bonelli ha infatti creato un eroe dallo spirito pionieristico completo, facendo leva sui propri sogni. Non a caso definirei Tex come un frutto di autobiografismo onirico, un 'Blade Runner' dei suoi tempi, personaggio vero e teso sempre alla supremazia del 'Bene'". (20)

"Tex è stato celebrato nel corso degli anni con numerose manifestazioni. Tex è diventato ormai un mito per molte generazioni di lettori, può essere tranquillamente definito un 'topos'" motivo che caratterizza e ricorre nella produzione letteraria "della fantasia, è il simbolo dell'avventura e della lotta all'arroganza e alla prepotenza, ed è l'unico personaggio a essere presente nelle edicole da più di mezzo secolo con ben cinque uscite mensili". (19)

"Franco Busatta a Sergio: "Qual'è l'impatto di Gianluigi Bonelli con il successo di Tex?" Sergio: "Dato che, come scrittore, ha sempre esaltato il mito del 'vincente', mio padre non può che essere soddisfatto quando il suo personaggio si dimostra il più amato dal pubblico fumettistico italiano. Un'altra gratificazione gli deriva da quella popolarità conquistata poco per volta sui giornali, che cominciano a dedicargli articoli e fotografie. E questo non tanto per una questione d'orgoglio personale ma perché l'essere riconosciuto in un bar, in un ristorante o per strada permette a lui, che di natura è estroverso e molto disponibile al dialogo con il prossimo, una comunicazione ancora più ampia. Unico lato negativo, a suo dire, il tentativo di coinvolgerlo in mostre, tavole rotonde, manifestazioni di settore a cui Bonelli guarda sempre con estrema diffidenza". Franco Busatta: "Come si comporta con la gente, di solito?" Sergio: "Fin da sempre propone di sé l'immagine di un uomo che vuole costantemente provocare e divertire. Anche quando l'interlocutore si aspetta una risposta seria, si può stare certi che mio padre ha in serbo una battuta, sempre aiutato da quel suo bel viso da attore che lo rende simpatico a chiunque". (21)

Gianni Bono aggiunge: “E’ la sintesi compiuta di numerosi elementi amalgamati con maestrìa da Bonelli padre e utilizzati con scrupolo dagli autori che gli sono succeduti nella scrittura della serie”. (11)

Ora vedremo più nel particolare questi aspetti:

________________

(1) Roberto Davide Papini, 'Il padre di Tex nelle praterie del cielo', su Il Resto del Carlino, 13 gennaio 2001, Poligrafici Editoriale, Bologna.

(2) Cavalcanti, Corriere Adriatico, Caltagirone Editore, Ancona.

(3)

(4) Sergio Bonelli, 12 gennaio 2001 sul sito Internet de La Repubblica.it: http://www.repubblica.it/online/societa/fumetti/tex/tex.html

(5) Luca Raffaelli, 'Chi è Tex', su I classici del fumetto di Repubblica, n. 2, 2003, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma, p. 6.

(6) Gianluigi Bonelli, sul sito Internet della Sergio Bonelli Editore: http://www.sergiobonellieditore.it/sezioni/97/faq

anche Decio Canzio che intervista Gianluigi Bonelli, 'Tex sono io', su "Il mio nome è Tex", Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, ristampa maggio 2004, p. 9-10, 12.

(7) Gianluigi Bonelli, sul sito Internet della Sergio Bonelli Editore: http://www.sergiobonellieditore.it/sezioni/97/faq

(8) Settembre 1984. Ermanno Detti “Il fumetto fra cultura e scuola”, La Nuova Italia, Firenze.

(9) Davide Barzi e Claudio Riva, 'In corsa verso il mito', su 100 anni di fumetto italiano n. 17 – western all’italiana, Tex, La Gazzetta dello Sport, Corriere della sera, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 2010, p. 8

(10) Oscar Cosulich su L’Espresso del 1° febbraio 2007, Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma, p.

(11)  Gianni Bono, 'Sessant'anni di Tex', su 100 anni di fumetto italiano n. 17 – western all’italiana, Tex, La Gazzetta dello Sport, Corriere della sera, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 2010, p. 5

(12) Si firma Casiraghi il 13 gennaio 2011 sul sito Internet: http://vintagecomics.forumcommunity.net/?t=43101214

(13) Fumettology - i miti del fumetto italiano - 1a puntata - Tex, su Rai5, il 20 dicembre 2012, scritto realizzato e prodotto da Fish Eye Digital Video Creation

(14) Fumettology - i miti del fumetto italiano - 1a puntata - Tex, su Rai5, il 20 dicembre 2012, scritto realizzato e prodotto da Fish Eye Digital Video Creation

(15) Aprile 1994. Raffaele De Falco e Pino Di Genua, 'Cronistoria editoriale: l''avventura' - parteI - L'inizio '48-/'50', p. 13, su Tex tra la leggenda & il mito, Tornado Press, Marano di Napoli.

(16) Febbraio 2002. Graziano Frediani, 'Alla fiera del West', p. 68, su "G. L. Bonelli. Sotto il Segno dell'Avventura", di Graziano Frediani, Sergio Bonelli Editore S.p.A., Milano, allegato all'Almanacco del West del 2002.

(17) Eureka, Max Bunker Press, 1968, n. 7.

(18) 2010 - 2011. Moreno Burattini, 'Vocazione Avventura', p. 42, 44, su "L'Audace Bonelli - L'avventura del fumetto italiano" La Repubblica -  L'Espresso, catalogo dell'omonima mostra a cura di Napoli Comicon 2010-2011, Gruppo editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

anche Maggio 2011. Moreno Burattini, Graziano Romani, Lezioni di fumetto - 'Guido Nolitta: Sergio Bonelli sono io', Coniglio Editore, Roma, p. 22-23.

anche Moreno Burattini, 'Un classico calibro 45', su Il passato di Tex, classici moderni Oscar Mondadori, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, ottobre 1999, p. VII.

(19) Redazionale, 'Il personaggio', p. 41, su 'I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini', BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(20) Oreste Del Buono, 'Dicono di lui', p. 44, su 'I classici del fumetto - Tex di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini', BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano, 10 novembre 1999.

(21) Maggio 1998. Franco Busatta intervista Sergio Bonelli, su 'Come Tex non c'è nessuno', Editrice PuntoZero S.r.l., Bologna, p. 84-85.

(22) Tiziano Sclavi, 'Il Mistero continua...', p. 23, su Status Symboln. Edizioni Eden, anno II, (1993), n. 8, Rho (MI).

(23) Sergio Bonelli, 'Una leggenda a colori!', sul sito Internet della Sergio Bonelli Editore, oggi non più disponibile.

(24) Luca Raffaelli, 'Con 'Repubblica' torna il primo Tex (ma così non si era mai visto)', 26 gennaio 2007, p. 80, su Il Venerdì di Repubblica, Editoriale La Repubblica, Roma e Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., Roma.

(25) Ottobre 2012. Marco Nathan, 'Gianluigi Bonelli', p. 129, su "Fumetto! - 150 anni di storie italiane" di Gianni Bono e Matteo Stefanelli, Rizzoli Editrice, RCS Libri S.p.A., Milano.

(26) Luigi Marcianò, 'Galep, Galep, Hurrà!', su fumetti d'italia, n. 5, dicembre 1992, p. 10, Editrice Europa S.r.l., Milano.

(27) Luigi Marcianò, 'Dossier Tex', su "Dime Press, magazzino bonelliano" n. 6, febbraio 1994, p. 36 - 7, Glamour International Production, Firenze.

(28) Settembre 1998. Raffaele Mantegazza e Brunetto Salvarani, 'Io che non vivo più di un'ora (senza Tex)', su Disturbo se fumetto?, Edizioni Unicopli, Milano, p. 121-122.

anche 1995. Gino e Michele, 'Presentazione', su Galep di F. Gargarone, Lo Scarabeo, Torino, p. 7.

(29) Settembre 1998. Raffaele Mantegazza e Brunetto Salvarani, 'Io che non vivo più di un'ora (senza Tex)', su Disturbo se fumetto?, Edizioni Unicopli, Milano, p. 122-123.

anche Graziano Frediani, 'Tex contro Mefisto: un match infernale, su Tex e il figlio di Mefisto, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 1994, p. 9.

(30) Settembre 1998. Raffaele Mantegazza e Brunetto Salvarani, 'Io che non vivo più di un'ora (senza Tex)', su Disturbo se fumetto?, Edizioni Unicopli, Milano, p. 125-126, che cita Dino Buzzati, 'Due grandi personaggi', su Vita e dollari di Paperon dé Paperoni, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 1968, p. 5.

(31) Gianni Canova 'Lo straniero senza nome - Edizioni estere e autori internazionali', su "L'Audace Bonelli - L'avventura del fumetto italiano" La Repubblica L'Espresso, catalogo dell'omonima mostra a cura di Napoli Comicon 2010-2011, Gruppo editoriale L'Espresso S.p.A., Roma, p. 149.

(32) Gianni Brunoro citato nel maggio 2003 da Daniele Tarlazzi 'Tex cavalca a 'Rovigo a Strisce'' 2003. Nel sito Internet: http://www.ayaaaak.net/sito/articolo.asp?t=14&id=78

(33) John Vignola cita Eddy Cilìa 'L'amo/non l'amo', su “Il mucchio selvaggio” n. 688 del novembre 2011, p. 26, Stemax Coop. a.r.l., Roma.

(34) Moreno Burattini citato nel maggio 2003 da Daniele Tarlazzi 'Tex cavalca a 'Rovigo a Strisce'' 2003. Nel sito Internet: http://www.ayaaaak.net/sito/articolo.asp?t=14&id=78

(35) Paolo Chighizola, 'Tex, 50 e non li dimostra', TV Sorrisi e Canzoni, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, 1997, p. 23.

(36) Redazionale che cita Sergio Bonelli, A tu per tu con Sergio Bonelli e Sergio Bonelli 'Io devo tutto a Tex e mi sento un pò Tex...', p. 99, su Status Symbol, Edizioni Eden, anno II (1993), n. 8, Rho (MI).

(37) Mauro Boselli su Fumettology - i miti del fumetto italiano - 1a puntata - Tex, su Rai5, il 20 dicembre 2012, scritto realizzato e prodotto da Fish Eye Digital Video Creation

(38) Umberto Volpini, 'Il western made in Italy', su "WOW", Nuova serie, n. 2, gennaio 1990, p. 7 - 8 dell'inserto, Studio Metropolis, Monza.




Guestbook
inserisci un commento